Va in scena, o è il caso di dire, è online l’Haute Couture dedicata alle primavera estate 2021. E per la prima volta siamo tutti invitati ad assistere ad una sfilata di alta moda. Direttamente dallo schermo del nostro cellulare, comodamente sedute sul nostro divano.
Ebbene si, per la prima volta l’alta moda sfila interamente in digitale (la scorsa stagione è stata più una prova generale) e per la prima volta tutti possono vedere in contemporanea lo show. Sembra poco, ma non lo è. L’evento più esclusivo del fashion system si trasforma in un’occasione in cui la moda diventa inclusiva, accoglie tutti, invita proprio te ad assistere allo spettacolo più breve e più emozionante della stagione.
L’incredibile meraviglia di poter ammirare senza filtri, come se fosse una performance creativa, una composizione artistica esposta direttamente dal suo creatore a chiunque voglia vivere un momento di bellezza.
Non si tratta di guardare solo abiti e accessori, colori o tagli di capelli, il make up che probabilmente fra qualche mese proveremo a replicare (invano) anche noi. Significa scoprire che una collezione ha sempre un messaggio, un valore di cui si fa portavoce. E lo esprime attraverso gli abiti e i beauty look, ma anche attraverso la location scelta, le musiche selezionate, le luci, l’effetto complessivo. Una sfilata non è un semplice susseguirsi di abiti ma una rappresentazione creativa della realtà. O di quella che nel futuro prossimo sarà la nostra quotidianità.
Ora difficilmente indosseremo maschere glitterate a coprirci il viso (Valentino) o corone fiorate ad incorniciare un’acconciatura in stile anni ’60 (Gianbattista Valli). Ancora più difficilmente passeggeremo nelle sale eleganti come quelle di Palazzo Orsini (Giorgio Armani Privè) o arriveremo a cavallo al nostro matrimonio (Chanel): eppure tutte queste immagini sono evocative di sogni e bisogni che tutti possiamo provare.
Le linee ampie, vaporose, “distanzianti”. Eppure così sognanti. I tagli definiti e quasi geometrici ma adornati da fiori o dettagli preziosi. Il make up deciso, ma sempre realistico.
L’ispirazione sono i tarocchi come per Dior, che sceglie ancora una volta il connubio artistico con Matteo Garrone per il suo fashion film dal sapore onirico. Ma anche la famiglia, come per Chanel, che invita le sue icone (Penelope Crutz, Vanessa Paradise, Marion Cotillard, Lily Rose Deep, Charlotte Casiraghi..) ad assistere fisicamente alla sfilata che avviene all’interno del Grand Palais di Parigi, come sempre, ma questa volta in una scenografia più sobria. Un giardino pieno di fiori, lampadine e sedie di legno, come fosse preparato per celebrare una festa di famiglia appunto.
Per Giorgio Armani Privè la musa ispiratrice è Milano, una città che è fondamentale per Re Giorgio che la omaggia così, con i suoi rigorosi tailleur, che la descrivono perfettamente. Ma anche con abiti voluminosi, ricchi di dettagli luminosi o trasparenze, a ricordarle lo slancio necessario per una ripresa che, nel bene o nel male, avverrà.
Valentino ci racconta il tempo, o meglio l’assenza di tempo nell’arte dell’alta sartoria: capi all’apparenza semplici, altri assolutamente concettuali in un turbinio di colori che dialogano tra loro, come i bianchi, i beige, i marroni e che si oppongono alle tinte quasi futuristiche come i verdi brillanti e l’arancione neon che sostituisce il classico rosso Valentino.
Schiaparelli trasforma la moda in arte pura, giocando con i corpi e le sue forme, creando armature e colorandole di fucsia: abiti per donne consapevoli, pronte ad affrontare il mondo.
E infine Giambattista Valli, che quasi per reazione ad un momento storico che “toglie”, aggiunge tutto quello che si può aggiungere: strati di tulle, petali colorati, fiocchi fra i capelli, trucco marcato. L’esagerazione del sogno, quella che non ti stanchi di immaginare.
Vi lascio di seguito un elenco con i link di questi piccoli capolavori, da guardare per il puro piacere di dedicarsi 10 minuti di bellezza. É arte, non solo moda.